Le escursioni invernali · capitolo 1
venerdì, 26 Dicembre 2014 alle 7:00
Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras.
Le escursioni invernali · capitolo 1
Che poi proprio invernale non è, ma quasi…
Mi capita talvolta, magari dopo aver parlato con amici, di guardare con maggiore attenzione una cartina di località già percorse e di cogliere nuovi punti di interesse che mi erano sfuggiti per fretta, distrazione o mancata conoscenza.
Per questo, quando è possibile, faccio in modo di ritornarci seguendo il ritmo leggero e fluente delle ruote della mountain bike con l’idea di [ri]scoprire quei luoghi.
Con questo spirito, lunedì 8 dicembre, approfittando della giornata festiva e nonostante il rischio pioggia, con Gina, Sandro e Nicola abbiamo scelto Milis, in provincia di Oristano, come punto di partenza per la nostra esplorazione.
La prima tappa del nostro giro è stato il nuraghe Ortei, situato lungo la provinciale 17 che collega Milis a Paulilatino. Dopo aver saltato due bassi muretti a secco si giunge all’ingresso della torre, caratterizzata dall’architave scolpito (una delle cose mai notate nel corso delle mie precedenti visite). La tholos è integra, le nicchie ricavate all’interno della sala sono ampie e perfettamente leggibili e la scalinata è percorribile con l’ausilio di una torcia per illuminare l’interno.
Appena dentro Paulilatino ci troviamo di fronte la domus de jana di Su Ladere, tanto piccola e quasi invisibile se non si dedica almeno un secondo, approfondito sguardo alla roccia che emerge da un terreno incolto alla periferia del paese.
Ci lasciamo alle spalle il Guilcer e raggiungiamo il Montiferru, ma nel percorrere la provinciale 11 tra Paulilatino e Bonarcado non possiamo non fermarci al cospetto di Sua Maestà il Lugherras; si possono utilizzare diversi aggettivi per descrivere questo monumento, ma a mio avviso nessuno di essi sarà sufficiente per rendere l’idea di ciò che si prova quando ce lo si ritrova davanti dopo aver percorso alcune centinaia di metri di sterrato, dopo esserci entrato e aver camminato tra e sulle pietre che ne compongono la struttura.
La pioggia ci sorprende all’altezza del ponte sul Rio Cispiri, ma dura poco, lasciamo alla nostra sinistra la chiesa campestre di Santa Cristina e giungiamo alla periferia del paese; poco distante dall’asfalto sorge Ponte Ezzu e lì ci dirigiamo per vedere quest’opera risalente presumibilmente al XVII secolo.
Facciamo una sosta all’ombra del santuario di Santa Maria di Bonacatu per concederci uno spuntino prima di ripartire per Seneghe dove avremmo voluto visitare il nuraghe Mesu Majore e la tomba di giganti detta Fach’e s’altare, monumenti resi accessibili dall’opera di volontari, ma un nuovo, abbondante acquazzone ci dissuade; sotto la pioggia affrontiamo la lunga discesa verso Milis.
Siamo stanchi e bagnati, consapevoli di esserci lasciati alle spalle alcune altre cose da vedere, ma sorridiamo perché siamo appagati dalla giornata trascorsa assieme a pedalare tra asfalti e sterrati che, ne siamo consapevoli, ci hanno mostrato solo una parte dei loro tesori.
Milis, 08.12.2014
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