Dolianova – Parteolla · 27 Febbraio 2022
sabato, 5 Marzo 2022 alle 7:00
Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras
La cittadina di Dolianova è il centro più importante della subregione storica del Parteolla (dal latino Pars Olea, a sottolinearne la vocazione agricola). Il territorio comunale è prevalentemente collinare ed è proprio verso le colline che dirigiamo le nostre lenostre mountain bike.
Dopo pochi chilometri di leggera salita tra gli oliveti raggiungiamo il primo waypoint di giornata: l’enigmatico sito di “su Crabili de Simoni”, un’emergenza rocciosa nella quale sono scavate tre concavità e varie coppelle. In attesa di un’interpretazione di esperti archeologi, su internet il monumento viene descritto come un altare rupestre, facente parte di un’area sacra preistorica.
Una lunga salita in asfalto tra gli alberi ci conduce al rifugio di “Sa Colonia”, in località Santu Miali, e da qui dopo un ultimo, impegnativo strappo, finalmente su sterrato.
Siamo al confine tra i territori comunali di Dolianova e Sinnai; pedaliamo costantemente tra i 650 e 900 metri di altitudine, dove le pendenze sono “leggermente” più dolci e ci consentono di guardarci attorno: alla nostra destra spiccano i ripetitori di Punta Serpeddì mentre verso Sud Ovest è possibile arrivare con lo sguardo fino a Cagliari e al mare.
Il paesaggio è spoglio, battuto dai venti e la vegetazione arborea pressoché assente, e tuttavia non manca di una sua primordiale e selvaggia bellezza.
Una lunga discesa, alternata a brevi e inattesi strappi, ci porta sulla S.P. 14.
Facciamo una rigenerante sosta presso la sorgente di “Mitza de is nuxis” per un veloce spuntino e approvvigionarsi di acqua potabile; per l’occasione ci fanno compagnia alcune mucche e qualche vitellino incuriosito.
All’altezza della borgata di San Giorgio, causa una salita ripida e lunga salita, decidiamo di bypassare la visita ai siti archeologici ubicati in località Bruncu Salamu (nuraghe om’è s’orcu e pozzo sacro) e di dirigerci verso ciò che resta della tomba di giganti di “Su Tiriaxiu”. Del monumento purtroppo resta leggibile solo la parte absidale della camera; il crollo purtroppo non permette di rendersi conto di quale poteva essere il suo aspetto.
All’altezza della borgata di Monti Nou abbandoniamo la provinciale per immetterci su una sterrata che risale il corso del Rio Maidaneddu nonostante le pendenze pedalabili, dopo sei ore di escursione la stanchezza comincia a pesare sulle gambe. Mancano poco meno di 5 km al rientro e un ultimo sito da visitare: il nuraghe detto “de sa tanca de Predi Fadda”, all’interno di un oliveto.
L’edificio, che doveva essere imponente, è crollato e ricoperto dalla vegetazione spontanea. Con molta buona volontà ci facciamo spazio tra i rami fino a raggiungere una delle camere di cui è visibile parte della struttura, ma purtroppo non è possibile l’accesso, così ci limitiamo a qualche vista parziale.
Sono da poco passate le 16.00 quando facciamo rientro a Dolianova, e dopo un breve consulto decidiamo di spendere un’ultima mezzora per la vista dell’ex cattedrale di San Pantaleo.
L’edificio fu edificato tra il XII e il XIII secolo sul sito di un precedente edificio sacro, attestato da alcune testimonianze integrate nell’attuale chiesa. Dolianova fu sede di diocesi e San Pantaleo ne fu la cattedrale fino alla sua soppressione attorno al 1500.
Ci resta il tempo di un bicchiere di birra e di chiacchere e di un «arrivederci» alla prossima escursione.
Le foto a corredo dell’articolo sono mie e dei due miei “compagni di pedale” Corrado Fenu e Sandro Pinna.
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