Una domenica sul lago · 2011
Direttamente dal racconto di uno dei protagonisti, Paolo Marras
“Domenica ti porterò sul lago” assieme a una banda di cento e più bikers che fin dalle prime ore del mattino si sono messi in viaggio dal Nuorese, dal Cagliaritano, dal Sassarese, dalla Baronia e dall’Oristanese. Siamo in tanti, rivedo con piacere tanti visi sorridenti e conosciuti con cui ho già condiviso chilometri di sterrati e momenti che ricordo sempre con piacere, a scoprire nuovi panorami di un’isola che è “quasi un continente” [cit.].
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“Sapessi amore mio come mi piace, uscir quando Oristano dorme ancora” dico a mia moglie mentre ci mettiamo in auto. Appuntamento in Pratz’è Bois, dove per l’ennesima volta ci riuniamo prima di partire, incolonnati, verso la destinazione che oggi è Ghilarza, nella piazza dove sorge la chiesa di San Palmerio e la vecchia Torre Aragonese. Da lì partiremo per questa escursione in riva al lago.
A guardarci intorno siamo in tantissimi, e altri arrivano ancora. Alla fine si viene a sapere che eravamo più di cento a pedalare in giro, tra Ghilarza, Soddì e Zuri, e ancora di più a pranzo, con la presenza delle famiglie che hanno scelto di seguirci, e che hanno usufruito del trenino panoramico per una domenica da vivere all’aria aperta.
Sterrati, pietraie, pozzanghere e fango mentre attraversiamo le campagne fuori Ghilarza, diretti verso il lago Omodeo, discese tecniche da percorrere quasi in apnea, avvertendo scariche di adrenalina quando si affrontano le rocce e il single track. E quando la tecnica e l’esperienza non bastano più si scende a piedi, perché per passare una piacevole giornata in mountain bike non è indispensabile essere campioni, ma solo aver voglia di vivere giornate come questa, nella quale è possibile riconciliarsi con la Terra, e vedere i meravigliosi scorci del Guilcer così come l’autunno lo ha colorato.
“Amore mio che fame spaventosa dev’essere quest’aria innaturale”, pura e tersa, tanto da vedere i paesi sul versante opposto del bacino; non c’è strada da seguire, solo le tracce delle ruote di chi ci ha preceduto. In fila indiana o affiancati percorriamo un piacevole tratto in free ride costeggiando le placide acque del lago. Qua e là si scorgono resti di antichi muretti a secco che, con l’arrivo delle piogge verranno sommersi. Ritroviamo il sentiero che ci porta verso l’asfalto, si sale verso Zuri; nel piazzale della splendida chiesa salvata dalla acque ci ricompattiamo, e mentre visitiamo la chiesa e facciamo fotografie arriva il trenino panoramico con gli accompagnatori. Uno spuntino mentre si ride e si scherza tutti assieme prima di affrontare gli ultimi chilometri d’asfalto; si torna a Ghilarza tutti assieme dietro il trenino, un’allegra e colorata ciclopedalata per fare amicizia, parlare e raccontarci ciò che è stato, anticipo del terzo tempo che avrà luogo da lì a poco, in ristorante. E ancora foto, e chiacchiere e risate, tutti assieme.
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“Che domenica bestiale, la domenica con VOI”
Grazie ai FEURRA BOYZ che hanno confezionato uno splendido giro: hanno saputo tenere a bada così tanti scavezzacollo e assistito in maniera splendida gli/le esordienti e chiunque fosse in difficoltà.
Grazie alle Amministrazioni comunali di Ghilarza e di Soddì che hanno offerto un contributo importante per la riuscita di questo evento.
Grazie a tutti coloro che hanno immortalato i momenti più interessanti dell’escursione con foto e video.
Grazie per i colori e l’allegria, un gruppone così credo si sia visto raramente da quelle parti, grazie per aver mostrato il lato migliore della nostra passione e grazie agli amici di sempre, a tutti coloro che ho rivisto dopo tanto, troppo tempo: pedalare con voi ha sempre un qualcosa di speciale. Grazie a tutti coloro che ho avuto l’occasione di conoscere con l’augurio di rivederci presto sui pedali e anche dopo.
Grazie a Fabio Concato al quale ho rubato alcune frasi della sua canzone.
Attrus annus mellus!
Le foto sono di: Manuel Gherardi, Mario Mascia, Paolo Mura, Lucio Serra e Franco Tucconi.
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