Direttamente dal sito www.winningamedalforeurope.org il racconto della fase finale del Progetto «Winning a medal for Europe»
Obiettivo Salonicco
Ci ritroviamo per la partenza per la Grecia, per la fase finale del torneo di calcio a sette nato da un progetto per l’integrazione sociale, ci dovremo confrontare contro una squadra spagnola, una cipriota, ed una greca, tutto si svolgerà nel quartiere di Sykies a Salonicco.
Siamo esattamente otto giocatori, un rumeno, un ucraino, un albanese e cinque italiani. Ci sentiamo fiduciosi di fare comunque un torneo dignitoso, siamo tutti, chi più chi meno, eccitati da questa avventura.
In piedi da sinistra
Chicco Varsi, Nino Bacchion,Cristian Licheri, Bur George, Nicola Pinna.
In basso da sinistra
Olsian, Stefania Carletti, Luca Varsi, Yuri, Dino Aru
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Dopo un viaggio di circa cinque ore arriviamo a Salonicco, è ormai mezzanotte ma tra di noi c’è qualcuno che ha voglia di conoscere subito la città, la curiosità è tanta e anche se l’indomani ci aspetta una dura giornata decidiamo di fare un salto in città…
Suona la sveglia dei cellulari… sono le nove e trenta. In molti non la sentono, allora il mister preoccupato manda il suo fido secondo a svegliarci, destinazione comune per l’incontro con il sindaco… Dopo tanti discorsi e qualche sbadiglio alle 15 si sorteggia l’accoppiamento delle squadre, noi giocheremo contro Cipro, mentre la Grecia se la vedrà contro la Spagna. Sembra vada tutto bene quando scopriamo che dovremo assolutamente giocare in undici, i nostri dirigenti provano in tutti i modi a far valere le nostre ragioni ma non c’è nulla da fare, e nemmeno le “magie” del nostro mister hanno successo!!
Ecco la formazione del Cipro…
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E la foto di gruppo con la rappresentativa italiana
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Alle ore diciotto e trenta siamo allo stadio, effettivamente un bello stadio , ma è pur sempre affascinante l’aria che si respira. Mentre ci prepariamo arrivano tre ragazzi albanesi che ci consentiranno di arrivare a undici giocatori, giocheranno con noi per tutto il torneo. Il mister ed un pò anche noi siamo scettici perchè abbiamo paura che ci abbiano dato i giocatori più scarsi, ed inoltre c’è il problema della lingua, ma quella sensazione dura poco, una volta entrati in campo ci sentiamo una squadra vera.
La tensione è alta, i ciprioti sono molto decisi e sopratutto molto accaniti, noi siamo bravi a mantenere la calma, dagli spalti capiamo che il tifo è tutto per noi, sia i greci che gli spagnoli simpatizzano per noi. In campo si soffre, in panchina e l’organizzatrice del nostro gruppo sono molto presi dal susseguirsi della partita, che alla fine termina sul punteggio di due a due.
Si va ai rigori…………..iniziano i ciprioti, tiro….gol…..tocca a noi, tiro…..gol, ora al giocatore cipriota che ha segnato una doppietta nei nei 90 minuti, tiro…PARATO, tocca a noi, tiro…gol, ora ai ciprioti, tiro ….PARATO, ora anche la nostra accompagnatrice esulta, tocca a noi, tiro…gol, a quel punto il portiere avversario guardando verso di noi esclama: Rigori chirurgici!!
Siamo all’epilogo quarto rigore per Cipro, tiro…PARATO…ora è veramente un tripudio, tutti noi esultiamo, anche gli spettatori gioiscono con noi, pur non avendo nessun valore calcistico siamo felicissimi di aver vinto, l’abbiamo fatto col cuore. Mentre salutavamo gli avversari un manipolo di bambini ci viene incontro gridando Italia, Italia sono i figli dei giocatori greci, molti di loro sono di origine albanese, noi non siamo assolutamente nessuno, ma per loro siamo dei campioni, sorridono, il loro è un sorriso compiaciuto, e anche i loro genitori sono felici di averci conosciuto, restiamo tutti positivamente colpiti da questo attestato di simpatia.
La formazione della Grecia
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E infine la formazione della Spagna
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L’altra partita finisce due a zero per la Grecia, la finale sarà Grecia – Italia, Cipro e Spagna giocheranno per il terzo posto.
La sera ci ritroviamo tutti in un ristorante tipico, e tra canti, e balli abbiamo socializzato con i ragazzi delle altre squadre.
Siamo al giorno della finale, ci ritroviamo al campo alle diciassette, mentre attendiamo la nostra partita arrivano i Greci con i loro figli, sono persone molto cordiali e semplici, uno di noi prepara una maglietta con i nomi di tutta la squadra, e lo consegna ad un piccolo bambino biondo, è la nostra mascotte, è felicissimo, tanto che si infila subito la maglia che le arriva alle ginocchia, i suoi occhi si illuminano e commuovono un pò tutti. Da quel momento nasce uno spontaneo scambio di doni, magliette, giubbotti, porta chiavi, è un segnale importante quello che sta accadendo, è il vero successo del progetto! Tra uno scambio di regali e una battuta si arriva all’ora della finale. Scendiamo negli spogliatoi, il nostro umore è alto, ma siamo molto taciturni, preoccupati, il mister ci dà gli ultimi consigli e siamo in campo.
La Grecia inizia con grande piglio, giocano in casa e hanno una squadra ben organizzata, nei primi minuti ci schiacciano nella nostra area, siamo in difficoltà , ma come la vita anche il calcio è imprevedibile e in pochi minuti riusciamo a segnare due reti, da questo momento è tutto un susseguirsi di emozioni, alla fine la Grecia recupera e la partita termina due a due.
Questa volta la girandola dei rigori non ci è amica, la Grecia alza la coppa con le squadre partecipanti che festeggiano tutte assieme. La nostra delusione ha vita breve, l’avventura che stiamo vivendo è più grande di qualsiasi delusione. Dopo una notte fatta di balli, canti e cori ci ritiriamo nel nostro hotel giusto per il tempo di far finta di dormire.
Siamo all’aeroporto… siamo esattamente in otto giocatori, un albanese, un ucraino, un rumeno e cinque italiani, stiamo tornando a casa… qualcuno lascia il proprio cuore, qualcuno sogna di tornarci al più presto, e qualcuno tornerà di sicuro!!