Alghero/Fertilia: mare, natura e storie di guerra · maggio 2024
martedì, 7 Maggio 2024 alle 7:00
Direttamente dal racconto di Paolo Marras
Fertilia nasce negli anni ’30 del XX secolo per volontà del regime fascista; inizialmente è popolata da famiglie provenienti dal ferrarese e, dopo la guerra (che ha lasciato indelebili segni nel territorio circostante), da profughi provenienti dall’Istria e dalla Dalmazia.
La nostra escursione settimanale parte dalla periferia del centro abitato, all’inizio della ciclabile che corre parallela alla SS 127bis in direzione ovest costeggiando la pineta de S’Arenosu. Alla prima occasione utile ci addentriamo tra gli alberi percorrendo un semplice e piacevole sentiero sotto i pini.
L’ascesa di Monte Doglia è lenta e costante sulla strada costruita dai militari per l’accesso alle postazioni antiaeree e antisbarco. Il sole di questo caldo aprile regala al panorama luci e colori meravigliosi. In vetta dedichiamo diversi minuti all’esplorazione delle antiche postazioni militari.
Scendiamo velocemente di quota su una sterrata non troppo tecnica lungo la quale furono eretti una serie di fortini “vista mare”: penso ai ragazzi di allora, alla precarietà della loro condizione di soldati, alla paura che potevano provare e spero che lo spettacolo del mare abbia offerto loro momenti di serenità.
Attraversiamo la SS 127bis all’altezza del nuraghe Palmavera, diretti alla frazione di Maristella, e da qui all’aspra salita di Monte Pedrosu: siamo all’interno del complesso forestale di punta Giglio, una vasta area verde in riva al mare con vista sulla baia di Porto Conte.
Raggiungiamo Punta Giglio: qui, le vecchie infrastrutture militari sono state interessate da lavori di restauro e trasformate in un punto ristoro con annessa foresteria dove è possibile rifocillarsi e (volendo) consumare un pasto. All’interno, tra le altre cose, sono state restaurate delle scritte che, durante il regime fascista, campeggiavano in tutta Italia. La Soprintendenza Archeologica ha espressamente disposto la conservazione e il restauro delle scritte storiche ai soli fini della conservazione storica. Al di là delle fedi politiche condivido le motivazioni della Soprintendenza e la tesi secondo la quale“chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”.
Percorriamo un bel sentiero sotto un bosco di pini, in un paio di occasioni dobbiamo scavalcare tronchi abbattuti dagli elementi e dalla vecchiaia, passiamo per le spiagge del Lazzaretto e delle Bombarde prima di affrontare il single track di Punta Negra che, di fatto, conclude questa bella escursione.
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