Sardegna Case Vecchie Calcio · Terralba 2008-2009
Stagione 2008-2009 campionato di Terza categoria. La formazione del Sardegna Case Vecchie di Terralba, in provincia di Oristano.
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Stagione 2008-2009 campionato di Terza categoria. La formazione del Sardegna Case Vecchie di Terralba, in provincia di Oristano.
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In queste immagini alcuni dei protagonisti dell’edizione 2011 del Torneo Birretta di beach tennis, organizzato il 6 e 7 agosto a Torre Grande, la località marina di Oristano.
L’immancabile foto del gruppone di giocatori…
Da sinistra
Diego Frattini, Marcello Abis, Dagmara, Paola, Martina, Marcello, Sandro Sanna, Francesca Zappone, Raffaele Marras, · · · · ·, Anna Mughetto, Anya, Lucia Somaroli, Andrea Somaroli, Adriana Scarpa, Paola Masala, Riccardo Caboni, Carlo Tola, Neke, Manuele Virdis, Lorenzo Pais, Emma Onali, ecc.
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La squadra di calcio a 8 del Peri Team di Cagliari che nel 2011 ha perso la finale, del torneo organizzato dai Kankarati, contro la squadra degli Incisivi.
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La formazione del Serbariu di Carbonia che nel 2010 partecipa alle fasi regionali del torneo amatoriale over 26 organizzato dal CAAM Sardegna.
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La Rappresentativa Sarda Under 16 maschile di pallavolo che nel 2008 partecipa ai Giochi delle Isole in Guadalupe, nelle Antille Francesi.
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Direttamente dal racconto di un dei protagonisti, Paolo Marras
I più la conoscono con il nome che risulta dalla cartografia ufficiale, ossia “Punta La Marmora”, dedicata al famoso generale e cartografo sardo(*) Alberto Ferrero della Marmora (parente stretto del La Marmora che fondò il corpo dei bersaglieri), che descrisse l’isola nelle sue opere “Voyage en Sardaigne” e “Itinéraire de l’île de Sardaigne”. “Punta La Marmora, con i suoi 1.834 metri è la vetta più elevata della Sardegna. Si trova nel Massiccio del Gennargentu, a cavallo tra Ogliastra e Barbagia, nel territorio amministrativo dei comuni di Desulo ed Arzana che per secoli se ne sono contesi la proprietà.” (fonte Wikipedia).
In realtà il suo nome originario era un altro, cioè “Perda Crapias”, e secondo alcune fonti il significato sarebbe quello di “Roccia delle capre”, secondo altre sarebbe “Rocce crepate (piene di crepe)” forse per via delle forti escursioni termiche a cui le rocce stesse sono sottoposte. Non commento altre più recenti e fantasiose denominazioni che starebbero state attribuite a questo luogo unico.
Ciò che conta davvero è esserci stati, aver sfidato il maestrale che lassù soffia davvero forte, e gli 8° di una domenica di luglio un pò particolare, lontana dal mare, dalle spiagge, dalle logiche della vacanza a tutti i costi.
Prima di partire ecco l’incontro che non ti aspetti: Antonio Marino (per gli amici di MTB forum Antmar), capitato casualmente da quelle parti nel corso del suo giro per gli sterrati della Sardegna, che si avvicina incuriosito dal movimento per indagare chi fossero quei bikers…
Partenza da Tascusì, e una lunga salita in asfalto sul quale, per un breve tratto, tre cavalli al galoppo ci precedono prima di deviare verso le vallate alla nostra sinistra, fino al rifugio dove, finalmente, comincia il tratto off-road, prima in double track e quindi in single, per un sentiero adatto per il trekking, ma, in buona parte, percorribile anche in mountain bike.
Il paesaggio attorno a noi è brullo, spoglio, roccioso, tipico della montagna; nelle poche zone riparate dal vento pochi alberi combattono una dura battaglia quotidiana per la sopravvivenza in condizioni ambientali decisamente difficili.
Raggiungiamo Arcu Artilai a 1660 metri e proseguiamo fino a raggiungere i ruderi del rifugio La Marmora e la sorgente di Is Bidileddos, dove fare rifornimento, mangiare qualcosa, fare fotografie e riposarci un pò prima di ripartire verso Arcu Gennargentu a 1659 metri.
Lì comincia l’ultima salita, quella che porta alla vetta; lungo il sentiero abbandoniamo la maggior parte delle nostre bikes per salire più agevolmente fino alla croce posta sulla sommità dell’isola, da dove, se ci fosse stata visibilità, lo sguardo si sarebbe spinto fino a chissà dove…
È tempo di rientrare, la discesa è lunga verso Arcu Guddetorgiu, inizialmente tecnica per la presenza di rocce e gradoni, estremamente gradevole, poi si fa veloce e si alterna con strappi che sgranano il gruppo. Poi la strada risale inesorabilmente verso il passo di Tascusì e si snoda lungo il fianco della montagna. L’uomo prova a ingentilire questo versante con un rimboschimento, quasi a voler dare compagnia a quelle poche querce secolari che sono cresciute e assistono indifferenti al nostro passaggio. Lungo il cammino incontriamo mucche e vitelli in quantità, un numeroso gregge di capre, maiali bianco neri (nessuna polemica calcistica, per carità) che pascolano a bordo strada fino a reincontrare l’asfalto.Si sale ancora, e a tratti le raffiche di vento contrastano l’ascesa, ma mancano pochi chilometri, non ci si ferma più fino all’arrivo, fino alle auto e alle gentili, coraggiose accompagnatrici che, nell’attesa del nostro ritorno, hanno percorso una buona parte del sentiero trekking.Al rientro ci fermiamo a Santu Jaku di Tonara, (ne esiste uno anche a Sorgono a quanto pare), e lì, nell’area attrezzata, consumiamo un “frugale” pasto, con il consueto contorno di battute, racconti, impressioni e goliardia.
Vale la pena di ricordarli i protagonisti di questa ascesa, tutti di Oristano e provincia: Antonio Locci, Simone Contu, Alberto Sanna (BebetuSanna), Alessandro Pilia (SuperAle), Tore Serra, Giovanni Ricci (AirportFenosu), Roberto Pippia (WildBob), Paolo Marras (TheBluesBiker), Oreste Ricci, Stefano Ricci, Giuliano Bichi e suo figlio Marco, Maurizio Demontis, Cristian Pinna, Lello Cossu, Mario Mascia (Disgraziau), Pask Pirari (Pasquina), Giorgio Licheri (Giolic), Tonino Sorbello, Paolo Figus e Ignazio Pala (Teschio).Attrus annus mellus!
(*) come altro definire un suddito di Sua Maestà il Re di Sardegna?
Le foto sono di: Mario Mascia, Paolo Figus, Giuliano Bichi, Ignazio Pala.
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Decima edizione del Memorial Marco Cuozzo di calcio a 5 organizzata a Nurachi, in provincia di Oristano. Nella foto la squadra vincitrice, Gli Amici di Marco.
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